Ritratti d’infanzia

Raccontare l’infanzia, saperne cogliere le sfumature, i piccoli momenti, le emozioni dolci e quelle amare, le gioie e le piccole frustrazioni. Ritrarre gli sguardi intensi, i profili morbidi, le posizioni del corpo che tanto sanno comunicare su ciò che avviene dentro. È un’ arte che nasce da una particolare sensibilità e capacità di osservare e individuare quei tratti che rendono “l’infanzia” universale, senza barriere, senza confini.
Ho scelto tre illustratrici che sono maestre di questa arte. Nei loro albi, bambine, bambini e persino coniglietti, compongono un ritratto d’infanzia ricco di poesia.

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AKIKO HAYASHI (1945-)
Nata a Tokyo, dopo la laurea ha lavorato per l’azienda del famoso illustratore Hiroshi Manabe, prima di affermarsi come illustratrice e autrice di picture book. Ha debuttato nel 1973 con Kami Hikōki (Aeroplani di carta), un albo parte della collana Kagaku no tomo (Amici della scienza) dell’editore Fukuinkan.  Ha vinto il Japan Picture Book Award nel 1979 per Kyō wa nan no hi (Che giorno è oggi?), il Sankei Children’s Book Art Award nel 1990 per una storia scritta da Kyōko Matsuoka Cè un ippopotamo nel mio bagno (tradotto anche in spagnolo da Lata de Sal Editorial con il titolo di ¡Un hipopótamo en la bañera!) e sempre nello stesso anno il Kodansha Award for Picture Books per Kon to Aki (Kon e Aki. Nonna per favore cura le ferite di Kon).

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Tra gli albi di cui è illustratrice, segnalo Hajimete no atsukai ( La prima commissione di Mii-chan) il racconto della prima commissione della piccola Mii, che deve uscire da sola a comprare il latte. Sentirsi importanti, ma anche piccolissimi di fronte ad una grande sfida. Un ginocchio sbucciato, le guance infuocate dall’emozione, perché a volte si deve alzare un po’ il tono della voce per farsi ascoltare da un adulto e il ritorno fra le braccia della mamma che ti accoglie sulla strada del ritorno.

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Per i testi di Yoriko Tsutsui, ha raccontato con le sue figure la storia di Asae, che si deve prendere cura della sorellina mentre la mamma è in banca. Ma Asae è una bambina e, mentre si distrae giocando, la sorellina scompare. Cosa le sarà successo? Una corsa a perdifiato tra mille paure, con lieto fine.

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Akiko Hayashi è amata per la sua capacità di catturare le espressioni e la gestualità dei bambini, con dettagli vividi che rendono reali i suoi personaggi. E ancora oggi, dopo più di 40 anni dal suo debutto, le sue storie sono apprezzate e continuano ad essere presenti sugli scaffali delle librerie.
Nei bookshop in rete, potete trovare alcuni suoi albi che sono stati tradotti in inglese e francese negli anni passati. Su Moe di giugno 2013 un bellissimo servizio, completo e approfondito su questa illustratrice.

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AKIKO MIYAKOSHI (1982-)
La più giovane delle tre protagoniste della mostra, è nata a Saitama e si è laureata al Dipartimento di Comunicazione Visuale alla Musashino Art University. Come autrice e illustratrice ha realizzato 6 albi, di cui tre hanno vinto premi prestigiosi

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Taifu ga kuru (Arriva il tifone) ha vinto il Nissan Children’s Storybook and Picture Book Grand Prix nel 2009. Questo premio è molto importante, perché il libro vincitore, viene distribuito dalla Nissan a 3400 biblioteche e 700 scuole dell’infanzia e nidi in Giappone, in cooperazione con l’editore BL Publishing Co. Questa competizione è parte degli impegni di Nissan per le attività filantropiche nel mondo, che si focalizzano sull’educazione, l’ambiente e gli aiuti umanitari. L’albo è uscito per Kid Can press lo scorso mese.


TEAPARTYJAPMori no oku no ochakai ( Il Tea Party nei boschi) ha vinto il Japan Picture Book Award, potete leggerlo in francese grazie a Syros, in inglese sempre da Kid Can Pres e in spagnolo per i tipi Oceano de Mexico.
Yoru no kaerimichi (Walking home through the night) ha ricevuto una menzione nell’ultima edizione del BolognaRagazzi Award.

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IMG_5652Queste le motivazioni della giuria: “Attraverso la storia di un piccolo coniglio l’autrice cerca di svelare ciò che tutti i bambini vogliono sapere, cioè che cosa accade quando ci si addormenta. I disegni si alternano tra il buio della notte che fa un po’ paura e la calda luce che si trova all’interno delle case, o che illumina un rassicurante abbraccio materno. È un silenzioso e affascinante racconto magnificamente disegnato per i piccoli che imparano un passo dopo l’altro ad appropriarsi della notte.”
L’editore mi ha detto che probabilmente sarà presto tradotto… speriamo di avere presto notizie a riguardo.

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IMG_5635 Degno di nota anche Nohara no o-heya (Una stanza all’aperto), storia di una bambina che ha appena traslocato e scopre fra gli arbusti in giardino una zona in cui i rami formano un tetto. In questa piccola stanza all’aperto trova un cestino pieno di piattini giocattolo. Lì incontrerà per la prima volta la sua nuova vicina di casa, Yoko.

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Infine Piano no happyōkai (Il saggio di pianoforte), una deliziosa storia in cui una bambina terrorizzata dall’imminente saggio di pianoforte, vive una fantastica avventura nella fantasia, che le permetterà di superare le sue paure.

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KOMAKO SAKAI (1966-)
Komako Sakai è nativa della prefettura di Hyōgo. Si è laureata all’Università delle Arti di Tokyo e ha fatto diversi lavori prima di intraprendere la sua carriera di illustratrice. Cresce nella periferia di Osaka e poi in quella di Mie, da bambina legge spesso gli albi illustrati del fratello maggiore, le piace andare alla ricerca di cavallette e fare attività manuali. Mentre frequenta la scuola media conosce le opere di Mimei Ogawa e Kenji Miyazawa e per la prima volta sente il desiderio di creare un albo illustrato. In quel periodo la madre apre un doposcuola privato a casa e comincia ad acquistare degli albi: è così che Komako incontra i lavori di Yoko Sano, Taro Gomi e…. Akiko Hayashi. Dopo aver letto Hajimete no atsukai ( La prima commissione di Mii-chan)  desidera di voler illustrare quel genere di libro e prende informazioni sull’Accademia delle Belle Arti. Decide già di intraprendere questo tipo di studi dopo la scuola superiore. Durante gli studi universitari in realtà non si dedica molto al disegno, frequenta un gruppo di teatro e al termine degli studi fa l’attrice per un anno. Confusa decide di partire per Parigi, vagabonda per le strade della città, senza soldi in tasca e senza capire la lingua. Tornata in Giappone lavora prima disegnando famosi personaggi fumettistici e poi come designer tessile. Ma non è la sua strada e Komako inizia a pensare ad un lavoro da poter fare “da sola”, decide di tornare all’albo illustrato, frequenta l’Attosaki-juku, un workshop per illustratori. Come si fa per creare un libro? Non basta creare immagini. L’illustratrice inizia a pensare ai piccoli lettori.

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Nasce così Riko-chan no o-uchi (La casa di Riko): una semplice scatola di cartone che diventa un mondo di gioco da cui entrare e uscire.

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Questo lavoro è molto differente dai lavori maturi di Komako Sakai, così come il bellissimo Yoru kuma (Orsacchiotto notturno),un viaggio nella notte, in compagnia di un orsetto in cerca della sua mamma, per ritrovarla e poi dormire tutti insieme, accogliendo il sonno con serenità.  La storia è stata prima inserita nelle pagine della rivista Moe dedicate alle opere inedite e poi pubblicata, come La casa di Riko, dalla Kaisei-sha, di cui ormai conosciamo la lungimiranza nel saper cogliere le eccellenze.

IMG_5630 Le opere di Komako Sakai sono intense e coinvolgenti. I colori pastosi, l’uso del nero, la delicatezza e le note di tristezza, rendono il suo stile unico. La lezione di Akiko Hayashi è stata mirabilmente appresa e i bambini della Sakai sono veri, nelle movenze e nei sentimenti, anche se le atmosfere sono diverse e completamente personali.
Komako Sakai ha vinto il Japan Picture Book Award nel 2003 per Kitsune no kamisama (La dea delle volpi) scritta da Kimiko Aman, pubblicato da L’école des loisirs coni il titolo di La fée de renards (purtroppo fuori catalogo) e ha ricevuto la Plaque alla Biennale di Illustrazione di Bratislava per Kinyōby no Satō-chan (Le Sucre de Vendredi).

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In Italia abbiamo alcuni suoi albi grazie all’editore Babalibri che ha tradotto Akiko e il palloncino, Giorno di neve, Nell’erba e recentemente Anna si sveglia.

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Di questa illustratrice ho preferito raccontare la vita (di cui ho scoperto alcune notizie grazie ad un bellissimo numero della rivista POOKA a lei dedicato) perché mi ha molto colpito. ( qui nella foto vedete invece un estratto dal numero di Moe di ottobre 2009)

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Credo che Komako Sakai sia una persona molto sensibile, una persona che è disturbata dai rumori del mondo, che è nata per vivere con i suoi pennelli e i suoi gatti, dedicando la sua vita all’arte per regalarci queste meravigliose figure. Non credo che la potrò mai conoscere e se mai succedesse non potrebbe mai essere in un’occasione mondana, ad una fiera o per una mostra. Mi piacerebbe sedere in silenzio insieme a lei, su di un prato, ad ascoltare il rumore delle foglie.

IMG_5654In attesa di questo momento topico della mia vita, le rendo omaggio, assieme alle altre due illustratrici di cui vi ho parlato, in una mostra intitolata Ritratti di Infanzia.

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Da sabato 14 maggio, e fino al 14 giugno,  gli albi illustrati di queste tre illustratrici saranno protagonisti di una mostra bibliografica che ho curato in occasione dei 150 anni dei rapporti tra Giappone e Italia e che inaugura alle 16 alla Libreria per Ragazzi Giannino Stoppani di Bologna. Un progetto a cui tengo molto e che sarà accompagnato da una bella selezione di altri albi di illustratori giapponesi. Picture books originali e albi provenienti dall’editoria italiana, francese e inglese.
Per l’occasione Junko Asami e Mika Sano terranno un laboratorio di origami per bambini di 5-7 anni.
Vi aspetto!!

Clicca qui per scaricare l’invito!

 

N.B. Tutte illustrazioni riprodotte in questo post sono copyright delle rispettive illustratrici e dei relativi editori. Sono mostrate a scopo illustrativo e didattico.
L’illustrazione dell’immagine in evidenza è parte di un albo illustrato da Akiko Hayashi, Itterashāi Ittekimāsu (Io vado! Torna presto!), Fukuinkan, 2011

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2 risposte a "Ritratti d’infanzia"

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